L'attività della Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna
La Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna si è attivata già all'indomani del primo episodio sismico del 20 maggio, avviando un'attività di monitoraggio della situazione degli archivi delle aree terremotate allo scopo di accertare i danni subiti dal patrimonio archivistico; la scossa del 29 maggio ha esteso in modo significativo l'area colpita dal fenomeno sismico e aggravato le condizioni degli edifici già colpiti dalla prima scossa.
I sopralluoghi diretti e i contatti con i responsabili degli archivi hanno restituito un quadro generale in cui non si rilevavano tanto perdite o consistenti dispersioni di documentazione, quanto piuttosto situazioni di rischio, talvolta drammatico, degli edifici di conservazione: interi archivi comunali o nuclei consistenti di documentazione si trovavano prigionieri di edifici pericolanti, colpiti pesantemente dal terremoto, oppure in stabili dichiarati inagibili e bisognosi di opere di consolidamento.
Una simile attività di monitoraggio è stata condotta, laddove possibile d'intesa con gli Uffici beni culturali delle Diocesi, per accertare la condizione degli archivi parrocchiali, non di rado ospitati in canoniche danneggiate dal terremoto o minacciate dai crolli di chiese e campanili pesantemente colpiti dal terremoto.
Nel mese di giugno la Soprintendenza ha potuto dare avvio alle operazioni di recupero e di trasferimento al sicuro degli archivi a rischio, grazie soprattutto alla collaborazione del Comando Regionale dei vigili del fuoco e di quelli provinciali di Modena, Ferrara e Bologna. Agli interventi hanno partecipato funzionari della Soprintendenza archivistica, dipendenti delle amministrazioni, archivisti volontari che hanno aderito all'appello della Soprintendenza.
Per i trasporti è stato possibile in molti casi contare sulla disponibilità di mezzi messi a disposizione gratuitamente dall'Associazione SOS Archivi, coordinata da Pietro Livi; in altri casi si è potuto far ricorso a ditte incaricate dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici per l'Emilia Romagna.
Il recupero è stato facilitato dai risultati dei lavori di riordinamento e inventariazione eseguiti per conto delle amministrazioni comunali da archivisti liberi professionisti, che in alcuni casi hanno messo a disposizione la propria conoscenza dei fondi e la propria collaborazione fattiva.
Alcuni enti hanno provveduto autonomamente, d'intesa con la Soprintendenza archivistica, alle operazioni di salvaguardia dei propri archivi: è questo il caso dei comuni di Nonatola, Concordia, Novi nel Modenese, Reggiolo, Fabbrico, Brescello in provincia di Reggio nell'Emilia, Crevalcore e Baricella nel Bolognese, nonché di alcune parrocchie. Alcuni di questi hanno potuto trasferire la documentazione dalle sedi di conservazione, in taluni casi in condizioni di gravissimo rischio, a edifici non distanti.
Là dove i Comuni o le Diocesi non sono in grado di individuarne di sicuri nel proprio territorio, locali per una prima ospitalità temporanea degli archivi sono stati messi generosamente a disposizione da enti pubblici, come la Provincia e il Comune di Modena e l'Archivio comunale di Cento; anche alcuni soggetti privati hanno offerto la disponibilità di locali dove ricoverare gli archivi. Il progetto della Soprintendenza archivistica per la creazione di un polo archivistico, un luogo di conservazione temporanea e trattamento dei fondi archivistici, si sta realizzando grazie all'offerta, avanzata dal Comune di Vignola, di un vasto capannone e al sostegno della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Ministero per i beni e le attività culturali nella realizzazione degli interventi per l'adeguamento strutturale e impiantistico. Il progetto risponde all'emergenza creata dal terremoto, ma proietta la propria utilità anche nel futuro, come luogo di conservazione per l'archivio comunale di Vignola e di eventuali altri comuni, nonché per interventi urgenti di salvaguardia disposti dalla Soprintendenza archivistica.
Il percorso per salvare gli archivi non sarà breve, ma con l'impegno e la passione di molti, le comunità così gravemente colpite potranno alla fine contare ancora sul loro patrimonio di storie e di memorie, su cui costruire il futuro.
In Emilia, due mesi dopo il terremoto, il Soprintendente archivistico per l'Emilia Romagna a Fahrenheit nella giornata speciale di Radio3 dedicata al terremoto del 20 e 29 maggio, 20 luglio 2012
Stefano Vitali, L'attività degli istituti archivistici coinvolti nel sisma del maggio 2012. Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna, in "Rassegna degli Archivi di Stato", n.s., V-VI (2009-2010), pp. 285-293