La Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna ha sede in Piazza de' Celestini 4 a Bologna, presso la sede storica dell'Archivio di Stato di Bologna; ciò in conseguenza del Decreto ministeriale 27.11.2014, che aveva unificato la precedente Soprintendenza archivistica per l'Emilia Romagna con l'Archivio di Stato stesso, provocando, nel novembre 2015, il cambiamento di ubicazione del primo istituto.
Nonostante le due amministrazioni siano state nuovamente separate, in base al DM 23.1.2016, n.44, la sede della Soprintendenza archivistica, divenuta nel frattempo anche Soprintendenza bibliografica, è rimasta invariata.
L'edificio che la ospita è l'ex convento dei monaci celestini, che vi risiedettero dalla metà del XIV secolo fino alla soppressione dell'ordine, decretata nel 1797.
Il complesso monumentale, cui era annessa la chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini tuttora regolarmente officiata, è posto nel cuore della città altomedioevale e fu costruito sulle vestigia del teatro romano (risalente al I secolo d.C.). Ha subito nel corso dei secoli numerose modifiche e ampliamenti: risale alla metà del 1500 l’inglobamento dell’intero isolato fino alla casa-torre dei Catalani, che prende nome dalla famiglia che la abitò nel XIII secolo.
A partire dal 1729 il chiostro principale venne rifatto sulla base dei progetti dell’architetto Carlo Francesco Dotti, mentre il prospetto del fabbricato verso piazza Celestini fu invece completato nel 1768 su disegno di Francesco Tadolini.
Nel corso dell’Ottocento, dopo la soppressione della congregazione religiosa, il convento subì destinazioni diverse. Il corpo principale, prospiciente piazza dei Celestini, fu utilizzato nel periodo napoleonico come sede di uffici pubblici; durante la Restaurazione pontificia fu in parte riservato alla ricostituita parrocchia di S. Giovanni Battista, mentre dal 1877, dopo l’unificazione nazionale, divenne sede della Scuola di applicazione per gli ingegneri. La parte che si estendeva lungo vicolo Spirito Santo fino alla casa-torre dei Catalani fu invece venduta a privati. In questo periodo ulteriori rifacimenti esterni ed interni ne alterarono definitivamente il disegno architettonico settecentesco.
A partire dagli anni ’30 del Novecento ebbe inizio il lento recupero dell’intero complesso monumentale da parte del demanio statale, allo scopo di destinarlo ad Archivio di Stato. Nel 1940 gli uffici e parte dei fondi archivistici, che all’epoca dell’istituzione dell’Archivio di Stato di Bologna (1874) avevano trovato collocazione nell’ala di palazzo Galvani contigua al Museo civico archeologico, furono trasferiti nell’edificio di piazza dei Celestini parzialmente restaurato.
Successivamente, e fino ai giorni nostri, progressivi interventi di recupero edilizio hanno consentito di rinnovare ed ampliare gli spazi destinati alla sala di studio, ai laboratori di fotoriproduzione e restauro, alla scuola di archivistica e all’attività didattica.
L’intero complesso monumentale “dei Celestini”, seppur profondamente modificato nei suoi spazi interni, ha ritrovato così una destinazione unitaria, per contenere gli oltre 38 km di documentazione dell’Archivio di Stato di Bologna.
Per saperne di più
Si suggerisce la lettura di F. BERGONZONI, Un convento al centro della città, in L’Archivio di Stato di Bologna, Ministero per i beni culturali e ambientali, Ufficio centrale per i beni archivistici, Fiesole, Nardini, 1995, volume corredato di una ricca bibliografia.