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Soprintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna


Recupero, riordinamento e inventariazione dell'archivio delle "Officine Reggiane" di Reggio Emilia

Fondata nel 1904 a Reggio Emilia con la denominazione di Officine Meccaniche Reggiane, poi Reggiane Officine Meccaniche Italiane (Reggiane OMI), si è caratterizzata per vocazioni produttive sempre più diversificate. Fin dalle origini la produzione si è indirizzata al settore meccanico: dapprima con la costruzione di carri per il trasporto ferroviario di merci, poi con la produzione di vagoni ferroviari e locomotive. Dopo la costituzione nel 1933 dell'IRI, le Reggiane iniziarono a gravitare nell'orbita del controllo azionario pubblico. Sul finire degli anni Trenta e durante la seconda Guerra Mondiale l'azienda si distinse per la produzione bellica in generale, e aeronautica in particolare, con la progettazione e realizzazione di una serie di velivoli destinati all'aeronautica militare italiana e poi all'aeronautica civile. Passato il periodo bellico, segnato dalla distruzione di parte degli stabilimenti, la produzione riprese con nuovi orientamenti (zuccherifici, impianti minerari, dissalatori, macchine per movimento terra) anche sui mercati internazionali. Alla fine degli anni Sessanta entrò a far parte dell'EFIM (Ente Partecipazioni e Finanziamento Industrie Manifatturiere) e da allora le Reggiane sono sempre state controllate da questa holding di proprietà dello Stato italiano, fino alla liquidazione coatta amministrativa dell'Ente iniziata nel 1992. Nel 1994 le attività produttive furono cedute alla Società Officine Meccaniche Fantuzzi s.p.a., mentre per l'involucro societario proseguiva la procedura di liquidazione, gestita dalla società Ligestra s.r.l.
Dagli anni Sessanta alla fine degli anni Novanta la produzione si è specializzata nel settore dei grandi impianti portuali e anche dopo la cessione dell'azienda a OMF Fantuzzi s.p.a., dando origine nel 1997 a Fantuzzi Reggiane s.p.a., si è confermata come una delle maggiori entità a livello internazionale nella produzione di gru di grandi dimensioni per container.
A seguito di difficoltà finanziarie del gruppo Fantuzzi, l'azienda è stata ceduta nel 2009 all'americana Terex Corporation e in particolare alla sua branca Terex Cranes.
L'archivio, di vaste dimensioni (oltre 2.000 mt. lin. di documentazione) documenta tutte le attività di questo gruppo industriale dal 1904 fino al 2009. Tra le serie documentarie, di particolare pregio per vastità, qualità e completezza è la raccolta dei progetti tecnici costituita da disegni, lucidi, lastre fotografiche e zincotipie, che comprendono tutta la vastissima gamma dei prodotti a partire dagli anni Trenta fino agli inizi degli anni 2000.
Il primo intervento a tutela di questo ingente patrimonio, conservato fino al 2011 negli scantinati della cosiddetta "palazzina direzionale" nell'area degli stabilimenti industriali delle Reggiane, è stata la dettagliata ricognizione effettuata nell'estate del 2009 da parte della Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC). Essa ha reso possibile la successiva emanazione nell'aprile del 2010 della dichiarazione di notevole interesse storico dell'archivio.

Il recupero dell'archivio: interventi programmati e realizzati (2011-2014)
Allorché il 31 dicembre 2010 l'ultimo possessore, Terex Corporation, lasciò l'area delle Reggiane, trasferendo uffici e attività in provincia, l'archivio, fino allora ben custodito, si venne a trovare improvvisamente in un ambiente abbandonato e soggetto a rapido degrado a causa dell'umidità.
La maggiore difficoltà da affrontare era l'individuazione di nuovi spazi idonei ad accogliere una quantità ingente di documentazione che prima Luciano Fantuzzi, poi anche la Società Ligestra dichiararono di voler donare al Comune di Reggio Emilia, per le rispettive parti di cui erano titolari, donazioni che sono state poi perfezionate tra il 2011 e il 2012.
Al fine di provvedere al recupero e alla salvaguardia dell'archivio, la Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna, il Comune di Reggio Emilia e l'Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia (Istoreco) stipularono nel 2011 una convenzione per la salvaguardia, il riordino e l'inventariazione dell'archivio storico delle Reggiane.
In base a tale accordo iniziavano nell'estate del 2011, e con il contributo finanziario della Soprintendenza archivistica, le difficili operazioni di recupero della parte dell'archivio più antica e al tempo stesso più compromessa dall'umidità. Questa documentazione veniva trasferita presso il Polo archivistico reggiano in via Dante Alighieri 11, gestito da Istoreco.
In seguito, sono stati individuati altri spazi dove collocare il resto della documentazione: un magazzino di proprietà dello stesso Comune e il Polo archivistico di Morimondo (MI) gestito dall'Archivio di Stato di Milano. Tra novembre e dicembre 2012 sono stati quindi completati anche questi trasferimenti.
Nel mese di aprile 2012, grazie ad un finanziamento ottenuto dalla Soprintendenza archivistica sui fondi dell'otto per mille dell'IRPEF a diretta gestione statale relativi al 2010, è stato avviato, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza archivistica, il riordinamento e l'inventariazione della documentazione custodita presso il Polo archivistico reggiano. Il lavoro svolto da tre archivisti della Coop Le pagine di Ferrara è proseguito per tutto il 2013, e contemporaneamente sono stati affrontati, sempre a cura della Soprintendenza, i primi interventi di carattere conservativo (pulizia generale dai residui di muffe) e i primi restauri per il materiale più danneggiato.
Il lavoro di inventariazione analitica per unità archivistica (complessivamente 3355 unità archivistiche) è terminato alla fine del 2013 e l'esito è un inventario, definito parziale in quanto riguarda – come si è detto – solo una parte dell'intero archivio, che è stato presentato in conferenza stampa a Reggio Emilia il18 marzo 2014. In tale occasione è stata annunciata dal Comune di Reggio anche l'accessibilità dell'archivio da parte del pubblico per la sua consultazione presso la sala di studio del Polo archivistico di Reggio Emilia Questo risultato, per quanto importante, non esaurisce i progetti sull'archivio delle Reggiane, in quanto tutti i soggetti finora coinvolti hanno affermato il proprio impegno a creare le condizioni per la riunificazione dell'intero archivio (circa 2000 metri lineari di documentazione) in un unico luogo di conservazione, dove possa essere riordinato, inventariato e quindi valorizzato nella sua interezza.


Risultati conseguiti
Reggiane OMI. Presidenza, Segreteria e Amministrazione (1904-1994). Inventario parziale (file PDF - 1,4 MB) a cura di Anna Casotto, Davide Chieregatti, Valentina Andreotti, 2013.

 

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Ultimo aggiornamento: 18/06/2024